SAMOA: IL RUGBY MI HA INSEGNATO IL LAVORO DI SQUADRA, LA DISCIPLINA, LA STRUTTURA E AD ACCETTARE IL SUCCESSO E LA DELUSIONE COME PARTE DELLA VITA

“Il rugby mi ha insegnato il lavoro di squadra, la disciplina, la struttura e ad accettare il successo e la delusione come parte della vita”

Ala Bakulich

Ala Bakulich

Deb Griffin_England

Taylah Johnson

Deb Griffin_England

Si ringraziano:

Ala Bakulich
Former giocatrice Nazionale Samoana

Taylah Johnson
Ref. Oceania a World Rugby

  • La storia del movimento femminile in Samoa
  • Testimonianze
  • Tempo di lettura 8′

 

SAMOA - Scopri di più
Samoa è una monarchia parlamentare dell’Oceania con circa 225.000 abitanti nel 2024 e una leggera maggioranza femminile. Le donne occupano il 10,5 % dei seggi parlamentari e partecipano alla forza lavoro per il 26,8 %, rispetto al 46,7 % degli uomini. Pur avendo alti livelli di alfabetizzazione, persistono forti disuguaglianze di genere nella politica e nell’economia.
(FONTE: data.unwomen.org; World Bank Gender Data Portal; IPU Parline; Samoa Bureau of Statistics)

STORIA DEL PAESE

1. Quando è nato il movimento del rugby femminile nel tuo paese e qual è la sua storia? Com’è strutturato il rugby nel tuo Paese?

Sabato 11 luglio 1998, due squadre femminili giocarono la partita di apertura dell’incontro tra Manu Samoa e New Zealand A all’Apia Park. Le due squadre – National University of Samoa e Samoa Polytechnic – furono le prime a disputare ufficialmente una partita di rugby femminile in Samoa, segnando di fatto la nascita del rugby femminile nel paese e della squadra nazionale: le Manusinalesoa. Nel giro di due mesi venne fondata la Samoa Women’s Rugby Union (SWRU). I membri del comitato esecutivo erano: Dawn Rasmussen (presidente), Fauolegogo Tanielu (vicepresidente), Susan Faoagali (segretaria), Alataua Tuliaupupu (tesoriere), Moana Lima (Letogo), Katie Bentin Aimaasu (Lupe o le Soaga), e Vitoria Crichton Faamaoni (Falefa). Con la nascita della federazione, fu registrato anche il nome della squadra nazionale: Manusinalesoā, abbreviato in Manusina. La prima competizione femminile si svolse durante il torneo “Apia King of Rugby”, tenutosi durante il festival Teuila (settembre). Vi parteciparono sette squadre: Samoa Polytechnic, National University of Samoa, Apia, Vaiala Ulalei, Letogo, Lupe o le Soaga e la squadra Safua di Savaii, in seguito nota come SWIRT2000 (Savaii Women’s Inaugural Rugby Team 2000). Nel 1999 si tenne una competizione tra club sotto l’Apia Rugby Union. Letogo vinse la Championship Cup, Vaiala Ulalei si aggiudicò il Lee Memorial Plate, mentre la NUS vinse la Round Robin Competition. Sempre nel 1999, la squadra nazionale femminile della Samoa partecipò per la prima volta all’invitational Hong Kong Women’s 7’s. La squadra era composta principalmente da samoane nate in Nuova Zelanda, fino al 2000, quando vennero incluse anche giocatrici locali. L’allenatore era Tupai Rico Tupai, il consulente tecnico Lilomaiava Taufusi Salesa e la team manager Treena Atoa. Nel 2000, per la prima volta squadre femminili parteciparono al Marist International 7s Tournament, con sei squadre, cinque locali (Letogo, Apia, NUS, Falefa, e Vaiala) e una dalla Nuova Zelanda (Ulalei). Sempre nel 2000, il 15 luglio, si disputò la prima partita internazionale all’Apia Park tra le Manusina e le Cherry Blossoms del Giappone. Questo test match inaugurale, vinto dal Giappone, fu anche la gara di qualificazione per la Coppa del Mondo Femminile 2002 a Barcellona, dove le Manusina fecero il loro debutto. La squadra era capitanata da Ainslie Sauvao, che fu anche capitana nella campagna del 2006. Le Manusina tornarono da Barcellona con un trofeo, avendo vinto la Bowl e battuto lungo il percorso Irlanda, Galles e Kazakistan. 2002 – Le Manusina parteciparono al torneo FORU Tri-Nations in Tonga contro Fiji e le padrone di casa, vincendo entrambe le partite. Questo torneo fu il preludio alla Coppa del Mondo femminile dello stesso anno a Edmonton, in Canada.  La Samoa si qualificò anche per la Coppa del Mondo del 2006 a Edmonton, in Canada, e per quella del 2014 a Parigi, in Francia. 2025 – La squadra è allenata da Mataafa Ramsey Tomokino e capitanata da Sui Pauaraisa, entrambi in carica dal 2019. In questi anni le Manusina hanno ottenuto diversi successi, tra cui la vittoria del Campionato dell’Oceania e diversi secondi posti. La squadra vanta attualmente, forse più di ogni altra, la presenza di numerose ex internazionali nel team di gestione, tra cui: Puna Tia (Team Manager), Cynthia Taala (allenatrice assistente), Silei Poluliulegaga (allenatrice assistente), Ala Bakulich, nata Leavasa (fisioterapista) e Bella Milo (consulente tecnico). Ci sono 6 club femminili.

2. Secondo te, cosa può offire il rugby alle donne del tuo paese?

Il rugby offre molteplici opportunità alle nostre donne, sia come giocatrici sia in ruoli non giocanti. Il rugby ispira le donne a realizzare i propri sogni e aspirazioni, aiutandole a diventare la versione migliore di sé stesse.

UN VIAGGIO NEL RUGBY (Ala Bakulich e Taylah Johnson)

1. Quando hai iniziato a giocare a rugby e come hai scoperto della sua esistenza?

Ala: 1994. Il rugby fa parte della mia vita da quando ero bambina.

Taylah:Ho iniziato a giocare a rugby quando avevo 11 anni. Non c’erano squadre femminili disponibili, quindi sono stata l’unica ragazza a giocare con i ragazzi per molti anni. Sfortunatamente, una volta raggiunta la prima superiore (corrispondente al quindicesimo anno d’età), non potevi più giocare con i ragazzi, quindi ho dovuto smettere di giocare per il mio club locale. Poi ho iniziato una squadra femminile nella mia scuola con mio padre come allenatore principale e il programma di rugby prospera dal giorno in cui l’abbiamo iniziato. Mio padre ha giocato a rugby a 7 e a 15 per il Manu Samoa quando ero piccola e poi è passato ad allenare. Trascorrevo la maggior parte dei miei fine settimana e delle serate infrasettimanali a bordo campo, aiutando a riempire le borracce, raccogliere i coni o le palle da rugby. Era un modo per passare del tempo con mio padre, quindi mi piaceva molto.

2. Cosa ti ha insegnato il rugby che ha avuto un impatto sulla tua vita quotidiana? Puoi farmi un esempio di quando una mentalità da rugby ti è stata utile?

Ala: Il rugby mi ha insegnato il lavoro di squadra, la disciplina, la struttura e ad accettare il successo e la delusione come parte della vita.

Taylah: Il rugby mi ha insegnato molte cose, ma in particolare come trattare le persone con rispetto. È un gioco fisico e spesso l’eccitazione e le emozioni sono alte, ma devi rispettare il tempo e lo sforzo che le persone mettono nella loro squadra, i loro corpi, il loro allenamento e il loro impegno per il gioco. Mi ha insegnato come lavorare bene con gli altri, dato che proveniamo da contesti e stili di vita molto diversi. Costruisce legami incredibili. Il rugby è inclusività. C’è una posizione in campo adatta a tutte le corporature e tendenze. Gli allenamenti e i momenti conviviali dopo le partite hanno tutti un elemento sociale. Quando prendo decisioni a livello dirigenziale, considero sempre come includere le diverse parti interessate e analizzo l’impatto che avrà su tutti. Avere una visione d’insieme aiuta a prendere decisioni che vadano a beneficio di tutti.

3. Puoi darmi 3 parole che connettono il rugby con la libertà?

Ala: Cameratismo, sorellanza, resilienza.

Taylah: Il rugby è liberatorio!

4. Cosa significa per te vivere in una terra di libertà?

Ala: Significa che puoi coesistere con persone di ogni ceto sociale.

Taylah: Poter agire con autonomia e non essere ingiustamente discriminati.

5. Qual è un aforisma che guida la tua vita?

Taylah: “O le ala i le pule o le tautua” che è un proverbio samoano che si traduce in “la via per la leadership è attraverso il servizio”.

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