
SVEZIA: DO – ANALIZE AND ACT!
“Do – Analize and Act!”

Si ringrazia:
Anna-lena Swartz
Former membro committee sviluppo femminile rugby europe -allenatrice nazionale
- La storia del movimento femminile in Svezia
- Testimonianze
- Tempo di lettura 4′
SVEZIA - Scopri di più
La Svezia è una monarchia costituzionale situata in Scandinavia settentrionale, con una popolazione di circa 10,59 milioni nel 2025, distribuzione di genere molto equilibrata e forte urbanizzazione. Il parlamento (Riksdag) conta circa il 45 % di deputate, mentre a livello nazionale, tra governo, istituzioni e consigli societari, la presenza femminile è generalmente mantenuta tra il 40 % e il 60 % grazie alla politica di gender mainstreaming. La partecipazione femminile al mercato del lavoro è elevata, con circa il 61,7 % delle donne coinvolte, a fronte del 68,2 % degli uomini. Il quadro normativo è tra i più avanzati al mondo in tema di parità di genere, con leggi che coprono diritti riproduttivi, violenza di genere e rappresentanza politica inclusiva.
(FONTE: Statistics Sweden; IPU Parline; UNECE; World Bank Gender Data Portal; Government of Sweden gender equality policy report)
STORIA DEL PAESE
1. Quando è nato il movimento del rugby femminile nel tuo paese e qual è la sua storia? Com’è strutturato il rugby nel tuo Paese?
1931 – Il primo incontro di rugby fu giocato a Stoccolma, Svezia, come promozione per il rugby. La partita fu disputata tra due navi della Royal Navy britannica e si rivelò molto popolare. 1932 – Viene fondata la Federazione Svedese di Rugby. 1979 – I club pionieri come Enköping RK, Riddarsporren (poi Stockholm Exiles) e Norrköping Trojan iniziano ad allenare giocatrici femminili. Vengono organizzate partite amichevoli per attrarre più giocatrici e aumentare il numero delle praticanti. 1983 – Si svolge il primo Campionato Svedese di rugby a 15, vinto dagli Stockholm Exiles. 1984 – La prima partita nazionale viene giocata contro i Paesi Bassi, con una sconfitta per 0-34. Nel corso degli anni, la Svezia ha avuto una grande cooperazione con i Paesi Bassi e ha incontrato questa squadra molte volte in partite amichevoli e competitive. 1986 – Si svolge il primo Campionato Svedese di rugby a 7. 1991 – La Nazionale femminile di rugby partecipa alla Coppa del Mondo in Galles, classificandosi al 10° posto. 1994 – La Nazionale femminile di rugby partecipa alla Coppa del Mondo in Scozia, classificandosi al 10° posto. 1998 – La Nazionale femminile di rugby partecipa alla Coppa del Mondo nei Paesi Bassi, classificandosi al 15° posto. 2010 – La Nazionale femminile di rugby partecipa alla Coppa del Mondo in Inghilterra, classificandosi al 12° posto. 2014 – L’accademia diventa uno standard per le giocatrici giovanili nelle varie regioni, chiamata Programma di Talento. Curiosità: La Svezia ha una giocatrice, Jennie Öhman (ex Bohlin), che ha partecipato a tutte e quattro le Coppe del Mondo. È stata anche selezionata per rappresentare i Nomads (poi Barbarians). La Svezia è stata all’avanguardia riguardo all’uguaglianza delle donne nei ruoli dirigenziali e ha nominato 4 presidenti donne per la Federazione Svedese di Rugby (SRF), mentre una donna ha ricoperto il ruolo di Responsabile delle performance di Elite per sia la squadra maschile che quella femminile. Le donne svedesi sono state competitive nel rugby a 7 e hanno ottenuto ottimi risultati anche nella massima lega europea. La SRF è attualmente classificata al 20° posto nel ranking mondiale di World Rugby e gioca nel Campionato Europeo di rugby a 15. Diverse giocatrici svedesi hanno giocato professionalmente nella Premiership inglese. Grazie ad Anna-Lena Swartz e Janne Söderqvist.
Dei 25 club con giocatori registrati, 18 hanno giocatrici con licenza. Nel rugby a 15, esiste una lega nazionale in cui 7 club si sfidano tra loro.
2. Pensi che giocare a rugby abbia un impatto sociale per una donna nel tuo paese?
Per quanto riguarda la costruzione del carattere, l’amicizia duratura, la creazione di resilienza e forza, e allo stesso tempo il divertimento e un grande scopo nella vita, non esiste sport che eguagli il rugby.
3. Secondo te, cosa può offrire il rugby alle donne del tuo paese?
Ci sono molte atlete provenienti da altri sport che si avvicinano al rugby, attratte dallo stile di vita fuori dal campo, con l’aspetto sociale che lo caratterizza. Molto serie riguardo al rugby, ma con una grande attenzione alla persona. È uno sport di squadra che si basa su valori estremi di cooperazione, dove ci aiutiamo a vicenda a migliorare. Nella società di oggi, questo è il dono più prezioso che puoi fare a tua figlia, alla tua migliore amica o a qualsiasi donna là fuori in cerca di buoni valori.
UN VIAGGIO NEL RUGBY
Guarda la video intervista ad Anna-lena Swartz:
https://www.youtube.com/watch?v=FOstBq4vmDs