
CANADA: CONCENTRATI SU QUELLO CHE PRODUCE IL RISULTATO, NON IL RISULTATO. SU COSA PORTI AL SUCCESSO.
“Questa perseveranza ci permette di rialzarci dopo ogni caduta, nel rugby e nella vita, sapendo che il viaggio stesso è liberatorio”
Lauren Wolman

Maria Samson

i ringraziano:
Maria Samson
Former vice presidentessa Fed. Canadese, giocatrice internazionale
Lauren Wolman
Membro Board Fed. Canades
- La storia del movimento femminile in Canada
- Testimonianze
- Tempo di lettura 15′
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Il Canada è una federazione e monarchia costituzionale dell’America del Nord, con una popolazione stimata di circa 40,1 milioni di abitanti nel 2025 e un rapporto di genere equilibrato. Le donne rappresentano circa il 50,7 % della popolazione. A livello parlamentare, detengono circa il 30,3 % dei seggi nella Camera dei Comuni (104 su 343) e compongono una maggioranza nel Senato (54,8 % dei senatori). La partecipazione femminile alla forza lavoro è solida: tra i 25 e i 54 anni raggiunge circa l’85 %, e nel complesso si attesta intorno al 61 %. Notevole è la crescente presenza di madri con figli piccoli nel mercato del lavoro, arrivata al 79,7 % nel 2023.** (FONTE: Worldometer; StatCan census data; IPU Parline; Wikipedia – Women in the 45th Canadian Parliament; Wikipedia – Senate of Canada; FRED/OECD; World Bank Gender Data Portal; Fraser Institute/Canada government)
STORIA DEL PAESE (Maria Samson)
1. Quando è nato il movimento del rugby femminile nel tuo paese e qual è la sua storia? Com’è strutturato il rugby nel tuo Paese?
Inizi delle origini: Sebbene il rugby fosse uno sport dominato dagli uomini in Canada sin dalla fine del XIX secolo, il movimento del rugby femminile è iniziato negli anni ’70, spinto da un cambiamento sociale più ampio e dalla crescente spinta per l’uguaglianza di genere negli sport. Il governo canadese ha avuto un ruolo fondamentale in questo cambiamento, in particolare con il Rapporto della Commissione Reale sullo Status delle Donne, che ha raccomandato che le ragazze avessero pari opportunità di partecipare ai programmi sportivi. Resistenza iniziale e crescita: Nei primi anni, c’è stata resistenza al rugby femminile, e molti credevano che il rugby fosse troppo “violento” per le donne. Le prime testimonianze di donne che giocano al rugby a quindici sono apparse negli anni ’70, nonostante i dibattiti e gli ostacoli. Le prime partite erano spesso organizzate contro squadre maschili, e alle donne veniva talvolta chiesto di giocare a rugby semplicemente per “apprezzare il gioco degli uomini”. Tuttavia, col passare degli anni, molte donne determinate hanno continuato a spingere per una maggiore partecipazione. Prime squadre e tornei: Le prime squadre di rugby femminile in Canada sono emerse negli anni ’70, e nel 1977 una squadra dell’Università della Columbia Britannica ha sconfitto i Loose Ruckers, più affermati, a New Westminster. Questa partita ha segnato una delle prime partite ufficiali di rugby femminile in Canada. Il rugby femminile ha continuato a crescere negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, con squadre che si sono formate in diverse province. Il primo incontro internazionale si è svolto nel 1987.
Prime difficoltà e sviluppo: Il rugby femminile in Canada è iniziato come un movimento sotterraneo. Nel 1977, l’Università della Columbia Britannica ha formato una delle prime squadre di rugby femminile, e la squadra ha vinto contro i Loose Ruckers in una partita storica. Alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, sono state fondate nuove squadre in tutto il Canada, tra cui in Ontario, Alberta, Saskatchewan e Quebec. Queste squadre sono state spesso formate da donne appassionate di rugby che hanno preso l’iniziativa di creare i propri club, spesso senza un grande supporto esterno. Formazione di Associazioni di Rugby Femminile: All’inizio degli anni ’80, il movimento ha guadagnato slancio. Ad esempio, in Columbia Britannica è stata formata nel 1980 la West Coast Women’s Rugby Union (WCWRU) per fornire leadership e coordinamento delle leghe. Allo stesso modo, l’Alberta ha formato l’Alberta Women’s Rugby Union (AWRU) nel 1983, che ha iniziato a organizzare competizioni e ad aiutare nella formazione delle squadre provinciali. Queste organizzazioni hanno svolto un ruolo cruciale nella formalizzazione e nell’organizzazione del rugby femminile nelle rispettive regioni. Espansione Nazionale: Il rugby femminile ha continuato a crescere in forza e visibilità, e nel 1987 si è tenuto il primo Campionato Nazionale di Rugby Femminile. Inizialmente, era una competizione tra le province occidentali, ma nel 1988 l’evento è stato ampliato per includere squadre del Quebec e dell’Ontario, segnando una pietra miliare nella nazionalizzazione dello sport. Sono state formate squadre nazionali e il gioco femminile in Canada ha guadagnato un grande slancio.
Attualmente ci sono oltre 400 club di rugby in Canada. La maggior parte dei club ha programmi sia per ragazze/donne che per ragazzi/uomini, dai bambini sotto i 5 anni fino al rugby per adulti. Con la cultura del rugby in Canada, è più comune avere club misti piuttosto che separare i club femminili da quelli maschili, tuttavia, questa situazione varia a seconda delle province. Numerosi club: Alla fine degli anni ’90, i club di rugby femminile si erano diffusi in tutto il Canada, con oltre 100 club che partecipavano a competizioni provinciali e regionali. Il numero di squadre ha continuato a crescere e lo sport ha guadagnato visibilità nelle scuole superiori e nelle università. Province come la Columbia Britannica, l’Alberta e l’Ontario avevano scene di rugby molto attive, con una vasta gamma di club che offrivano sia squadre senior che giovanili. Questa espansione ha continuato a crescere da costa a costa e almeno un individuo da ciascuna provincia è stato scelto per rappresentare il Canada a livello internazionale. Leghe Provinciali e Struttura Nazionale: Il rugby femminile in Canada opera all’interno di una struttura provinciale, con ogni provincia che ha la propria lega e il proprio organismo di governo. Queste organizzazioni provinciali organizzano competizioni locali e inviano squadre ai campionati nazionali. La National Women’s Rugby League (NWL), lanciata nel 2007, è stata il livello di competizione più alto in Canada e ha incluso squadre da tutto il paese per quasi un decennio. Ora, la competizione di livello superiore è più regionalizzata, con l’Est e l’Ovest che giocano più localmente. Sviluppo giovanile e nelle scuole superiori: Molte leghe provinciali hanno programmi giovanili dedicati alla formazione della prossima generazione di giocatori. Infatti, nel 1997, oltre 800 atlete femminili partecipavano a competizioni Under-19, e il rugby nelle scuole superiori per ragazze ha iniziato a espandersi rapidamente in province come l’Ontario e la Columbia Britannica.
Oggi il rugby nelle scuole superiori è diffuso in tutto il paese. Evoluzione continua: Oggi, il rugby femminile in Canada è in forte crescita, con club solidi, leghe competitive e un chiaro percorso che va dai giovani alla competizione nazionale. Molti atleti di alto livello delle squadre provinciali hanno rappresentato il Canada in eventi internazionali come la Coppa del Mondo di Rugby Femminile. Una parte fondamentale di questo sviluppo è il Campionato di Rugby Femminile di U SPORTS, che rappresenta il punto focale della competizione universitaria in Canada. U SPORTS, precedentemente conosciuto come CIAU e CIS, gioca un ruolo fondamentale nel nutrire il talento rugbistico di élite, offrendo un ambiente semi-professionale in tutto il paese. Le università canadesi servono come un trampolino di lancio per i giocatori che aspirano a raggiungere il livello nazionale. Questi programmi sono cruciali per gli atleti poiché combinano competizione di alto livello con l’equilibrio degli studi, creando uno spazio in cui i giocatori possono affinare le proprie abilità mentre proseguono gli studi. La lega offre un ambiente altamente competitivo e semi-professionale che imita l’intensità e la disciplina del rugby professionistico. Questo sistema assicura che i giocatori siano formati in strutture di alto livello, competano in situazioni ad alta pressione e ricevano l’allenamento necessario per avanzare nella squadra nazionale. Di conseguenza, U SPORTS è diventato un passaggio fondamentale per gli atleti che puntano alla rappresentanza internazionale, fornendo loro una piattaforma per mostrare le loro abilità e passare ai livelli superiori di competizione.
2. Pensi che giocare a rugby abbia un impatto sociale per una donna nel tuo paese?
Empowerment e Uguaglianza: Il rugby offre alle donne in Canada una piattaforma per affermare la propria forza, abilità e capacità di leadership, sfidando i ruoli di genere tradizionali che spesso relegano le donne a attività fisicamente meno impegnative. Il gioco insegna resilienza, lavoro di squadra e leadership, valori che si estendono oltre il campo e influenzano ogni aspetto della vita di una giocatrice. Man mano che il rugby è diventato più strutturato e formalizzato in tutto il paese, ha offerto alle donne un’opportunità per praticare sport competitivi di alto livello, al pari dei loro colleghi maschi, promuovendo l’uguaglianza nello sport. Costruire Comunità e Reti di Supporto: Il rugby femminile in Canada ha coltivato forti legami comunitari. Che si giochi per club locali, squadre provinciali o nazionali, la comunità del rugby ha promosso un senso di appartenenza e solidarietà tra le donne. Molte giocatrici parlano delle profonde amicizie nate grazie a questo sport, che spesso diventano una famiglia surrogata, supportandosi a vicenda sia dentro che fuori dal campo. Le squadre di rugby creano gruppi uniti dove le donne si incoraggiano a vicenda a superare le difficoltà, sia personali, accademiche che professionali. Abbattere gli Stereotipi di Genere: Storicamente, sport come il rugby erano visti come “dominati dagli uomini” a causa della loro intensità fisica e della natura competitiva. Con l’aumento della partecipazione femminile al rugby, queste donne hanno abbattuto gli stereotipi, dimostrando che le donne possono essere forti, strategiche e determinate quanto i loro colleghi maschi. Questo cambiamento è stato cruciale nel ridefinire le percezioni della società sulle capacità delle donne. Il rugby fornisce un ambiente in cui le donne possono spingersi oltre i propri limiti fisici e primeggiare in uno spazio tradizionalmente riservato agli uomini.
Ispirazione per le Future Generazioni: La crescita del rugby femminile in Canada ha creato modelli di riferimento per le generazioni più giovani di ragazze. Man mano che le giocatrici ottengono successi a livello locale, provinciale e nazionale, ispirano le giovani ragazze a praticare sport che potrebbero non aver mai preso in considerazione prima. I programmi sono stati fondamentali nell’introdurre le ragazze delle scuole superiori al rugby, offrendo loro opportunità competitive che prima non erano disponibili. L’aumento della visibilità delle donne nel rugby offre anche alle giovani atlete qualcosa a cui aspirare, che sia giocare a livello professionale, competere a livello internazionale o semplicemente godersi i benefici del gioco e della socialità. Salute e Benessere: Il rugby promuove anche il benessere fisico e mentale, offrendo alle donne opportunità di fitness, rilassamento dallo stress e crescita personale. La fisicità dello sport costruisce forza, resistenza e condizione fisica, mentre insegna alle giocatrici come affrontare le sfide difficili. Mentalmente, il rugby favorisce il pensiero strategico, la presa di decisioni sotto pressione e la resilienza di fronte alle difficoltà. Questi attributi sono essenziali per lo sviluppo personale e contribuiscono a una maggiore autostima e fiducia nelle donne che praticano rugby.
Inclusione Sociale e Scambi Culturali: Poiché il rugby è cresciuto a livello globale, in particolare in paesi come la Nuova Zelanda e l’Inghilterra, la comunità femminile del rugby canadese ha partecipato a tornei internazionali e scambi, favorendo connessioni interculturali. Queste esperienze permettono alle donne canadesi di rappresentare il proprio paese sulla scena mondiale e di interagire con culture diverse, apprendendo dalle altre comunità del rugby e condividendo le proprie esperienze. Questo aspetto internazionale aumenta l’impatto sociale del rugby unendo le donne a livello globale attraverso una passione condivisa per lo sport. Giustizia Sociale e Advocacy: Il rugby è anche diventato una piattaforma per la giustizia sociale e l’attivismo, in particolare per quanto riguarda l’uguaglianza di genere nello sport. In una cultura sportiva tradizionalmente dominata dagli uomini, il rugby femminile in Canada è stato all’avanguardia nel difendere pari opportunità e risorse. Le squadre femminili si sono battute per il riconoscimento, il finanziamento equo e strutture migliorate, spingendo affinché altri sport femminili ottenessero diritti e visibilità si
3. Secondo te, cosa può offrire il rugby alle donne del tuo paese?
Una Piattaforma per la Crescita Personale: Il rugby offre alle donne l’opportunità di mettersi alla prova sia fisicamente che mentalmente. Le incoraggia a uscire dalla propria zona di comfort, provare cose nuove e costruire fiducia nelle proprie capacità. Lo sport insegna alle donne a gestire il fallimento e il successo con grazia, contribuendo così allo sviluppo personale in tutte le aree della vita. Costruire Competenze Durature: Oltre al fitness fisico, il rugby fornisce alle donne competenze pratiche come il pensiero strategico, la presa di decisioni e la risoluzione dei conflitti. Queste abilità si estendono alla loro vita professionale e personale, aiutandole a affrontare situazioni complesse, sia sul posto di lavoro, a casa che in ambito sociale. Abbattere gli Stereotipi e Aumentare la Visibilità: Le donne nel rugby svolgono un ruolo cruciale nel mettere in discussione l’idea obsoleta che alcuni sport siano solo per gli uomini. Il rugby permette alle donne di sfidare gli stereotipi e mostrare al mondo che possono eccellere in arene tradizionalmente dominate dagli uomini. Questo cambiamento è fondamentale per ispirare la prossima generazione di atlete a praticare sport senza limitazioni basate sul genere. Opportunità di Networking Globale: Il rugby offre alle donne l’opportunità di fare rete a livello internazionale, sia dentro che fuori dal campo. Competere in eventi globali apre porte a diverse reti professionali e collaborazioni, consentendo anche alle giocatrici di condividere esperienze, apprendere dagli altri e connettersi con persone simili provenienti da tutto il mondo. Un’Esperienza Unica di Legame: La natura del rugby—il suo lavoro di squadra e la dipendenza da un’interazione fisica ravvicinata—favorisce un legame unico tra le compagne di squadra. Questa cameratismo crea relazioni forti e durature, dove le donne si supportano a vicenda di fronte a sfide dentro e fuori dal campo. Il rugby diventa qualcosa di più di un semplice sport; crea una comunità in cui le donne possono connettersi, condividere i propri percorsi e crescere insieme. Advocacy e Modelli di Riferimento: Il rugby dà alle donne una piattaforma per difendere l’uguaglianza di genere e il cambiamento sociale. Eccellendo nello sport e lottando per un maggiore riconoscimento, le giocatrici di rugby stanno diventando modelli di riferimento che ispirano altre donne a superare le barriere e a seguire le proprie passioni. La loro visibilità nel rugby sensibilizza anche sull’importanza di sostenere lo sport femminile a tutti i livelli. Un Senso di Appartenenza a Qualcosa di Più Grande: Il rugby offre alle donne la possibilità di far parte di un movimento globale. La comunità del rugby è unita da valori condivisi di rispetto, disciplina e lavoro di squadra, offrendo alle donne un profondo senso di appartenenza. Essere parte di una rete più ampia e di supporto è qualcosa che va oltre lo sport, poiché le donne nel rugby sono rafforzate dalle loro esperienze condivise e dai successi collettivi. Questi aspetti evidenziano come il rugby non sia solo un gioco, ma uno strumento per le donne per crescere, sfidare le norme sociali e connettersi con una rete globale di persone simili.
UN VIAGGIO NEL RUGBY (Maria Samson)
1. Quando hai iniziato a giocare a rugby e come hai scoperto della sua esistenza?
Ho iniziato a giocare a rugby all’età di 8 anni nella mia scuola superiore in Quebec, dove ho anche giocato a football americano e basket per tutti i miei cinque anni di scuola superiore. Ho giocato a rugby per quattro dei miei sette anni di scuola media. Il rugby è stato introdotto nella scuola media al settimo anno, e ho visto mia sorella maggiore giocare nel primo anno in cui è stato offerto. A quel tempo, il nostro allenatore usava un libro “Rugby for Dummies” dato che nessuno di noi aveva molta esperienza con lo sport. Dopo la scuola superiore, ho giocato a football per alcuni anni a livello post-secondario e ho anche giocato un paio di stagioni di rugby semi-professionistico femminile. Mi sono unita a una squadra di rugby universitaria, inizialmente vedendolo come un’opportunità sociale e un modo per conoscere nuove persone – specialmente quando ero lì per una laurea in ingegneria con pochi contatti in Canada. Non è stato fino all’università, una volta che mi sono assicurata un lavoro a tempo pieno, che ho iniziato a prendere il rugby più seriamente. Guardare le mie compagne di squadra partecipare alla Coppa del Mondo di Rugby del 2010 che ha acceso la mia passione, e nel 2011 ho guadagnato la mia prima presenza con il Canada, giocando contro il Sud Africa. Ho imparato per la prima volta del rugby quando è stato introdotto nella mia scuola media al settimo anno. Mia sorella maggiore ha giocato nel primo anno in cui lo sport è stato offerto in una comunità rurale del Quebec, ed è lì che l’ho visto per la prima volta. A quel tempo, il nostro allenatore usava un libro “Rugby for Dummies” per aiutarci a imparare le basi dato che la maggior parte di noi non aveva mai incontrato il rugby prima. Mi sono rapidamente interessata, specialmente perché avevo già giocato a football americano e basket, che avevano elementi simili di lavoro di squadra e strategia.
2. Cosa ti ha insegnato il rugby che ha avuto un impatto sulla tua vita quotidiana? Puoi farmi un esempio di quando una mentalità da rugby ti è stata utile?
Il rugby ha profondamente plasmato il mio approccio alla vita, in particolare insegnandomi la resilienza. Una delle più grandi lezioni che ho imparato dal rugby è che la perseveranza può trasformare il fallimento in risultati straordinari. Un momento cruciale nella mia carriera è stato quando sono stata tagliata dalla squadra provinciale dell’Alberta nel 2008 come giocatrice in trasferta e ho finito per filmare dalla linea laterale. Ero devastata, ma invece di arrendermi, ho scelto di lavorare sodo e sono tornata l’anno successivo per segnare due mete nella finale provinciale, e poi due mete nella finale nazionale due anni dopo, quando l’Alberta ha vinto il Campionato Nazionale nel 2011 e io sono stata scelta per giocare per il Canada. Quell’esperienza è stata un momento decisivo, rafforzando l’idea che il fallimento non è permanente – è un trampolino di lancio verso il successo. Il rugby mi ha anche insegnato l’importanza di correre rischi e avere il coraggio di mettermi alla prova, anche quando ero spaventata. Non ho fatto il mio debutto per l’Alberta fino all’età di 28 anni, una giocatrice più anziana rispetto alla maggior parte, ma ho colto l’occasione e ho lavorato instancabilmente per dimostrare il mio valore. Che si trattasse di riprendermi da una rottura del legamento crociato anteriore o di imparare una nuova posizione, il rugby mi ha mostrato che superare la paura porta alla crescita. Ricordo che dopo il mio secondo intervento al legamento crociato anteriore, le probabilità erano contro di me, ma con incrollabile determinazione, mi sono riabilitata, sono tornata in campo e ho giocato nella Coppa del Mondo del 2014. Un’altra grande lezione riguarda il lavoro di squadra e la comunità. Il rugby è uno sport che prospera sulla collaborazione, e quel senso di unità si è tradotto nel mio approccio alla vita professionale. Non importa le sfide, la mia tendenza è quella di crescere e avere successo come una squadra. Questa mentalità è stata preziosa nella mia carriera, dove la capacità di fare affidamento sugli altri e supportare ciascuno è cruciale per raggiungere il successo a lungo termine.Infine, il rugby mi ha insegnato come abbracciare il fallimento come parte del processo. Per me, si tratta di affrontare le cose che ti spaventano, fallire e poi rialzarsi. È un promemoria che il successo spesso richiede di affrontare le avversità e la volontà di correre rischi. Un ottimo esempio di come una mentalità da rugby mi sia stata utile è avvenuto nel 2015, quando mi sono strappata il legamento crociato anteriore per la terza volta, proprio prima di un’importante serie internazionale. Sapevo bene che la mia carriera avrebbe potuto finire lì, e la strada verso il recupero sembrava scoraggiante. La rottura del legamento crociato anteriore può essere un infortunio che pone fine alla carriera, soprattutto per gli atleti d’élite, e in genere richiede dai 6 ai 9 mesi per il recupero. Tuttavia, la tenacia e la resilienza mentale che ho sviluppato nel rugby mi hanno permesso di adottare un approccio completamente diverso al mio recupero. Avevo un obiettivo chiaro: recuperare in tempo per giocare una partita internazionale a Calgary, in Nuova Zelanda, solo quattro mesi dopo. Sembrava impossibile, ma il rugby mi aveva insegnato che tutto è possibile se sei disposto a lavorare sodo, a superare le avversità e a fare affidamento sulla tua squadra. I primi intensi passi sono avvenuti immediatamente dopo l’intervento chirurgico – fisioterapia ogni singolo giorno, con mio marito che mi aiutava impostando allarmi ogni quattro ore per mettere il ghiaccio sul ginocchio. Nonostante il dolore e la frustrazione, mi sono concentrata sull’obiettivo finale: giocare di fronte alla mia famiglia e alla comunità. Ad aprile, solo due mesi dopo l’intervento chirurgico, stavo iniziando a vedere dei progressi. Il Canada Rugby aveva annunciato che questa partita a Calgary si sarebbe giocata, e mi sono spinta ancora più forte, sapendo quanto fosse importante questa partita. Ho impostato allenamenti extra, correndo su un tapis roulant antigravitazionale per ridurre l’impatto sul ginocchio e ho lavorato su esercizi di forza. A maggio, i miei allenatori mi hanno detto che avrei avuto la possibilità di essere selezionata per la partita se avessi superato il beep test – una brutale corsa a navetta di 20 metri che mette alla prova la resistenza. A quel punto, non avevo nemmeno corso a tutta velocità, ma con l’aiuto della mia squadra e della mia famiglia, sono stata in grado di superare il beep test e persino di fare una corsa di 1600 metri sulla neve a Calgary, su una pista appena spalata. Ho inviato il video dei miei risultati, e appena un giorno dopo, ho ricevuto la chiamata per essere selezionata.
3. Puoi darmi 3 parole che connettono il rugby con la libertà?
Il rugby insegna la capacità di continuare ad andare avanti nonostante le battute d’arresto o le sfide. Lo sport infonde la mentalità che il fallimento non è permanente, e sei libero di continuare a provare e superare i tuoi limiti. È la libertà di fallire, imparare e crescere senza essere trattenuto dalla paura di non riuscire. Questa perseveranza ci permette di rialzarci dopo ogni caduta, nel rugby e nella vita, sapendo che il viaggio stesso è liberatorio. Potere – La vita dà agli individui la libertà di esprimersi pienamente, senza limiti. Dà potere agli atleti, specialmente alle donne, di entrare in spazi che prima erano loro preclusi, di competere al massimo livello e di essere orgogliosi della loro forza e delle loro capacità. Nel rugby, sei libero di sfidare lo status quo, abbattere le barriere e dimostrare che il tuo valore non è definito dal genere o dagli stereotipi, ma dalle tue prestazioni e dalla tua determinazione. Unità – Il rugby offre la libertà di appartenere a qualcosa di più grande di sé. Lo sport unisce persone di diversa estrazione, e quel senso di unità crea uno spazio in cui tutti sono liberi di contribuire e condividere un obiettivo collettivo. Nel rugby, abbiamo la libertà di appoggiarci gli uni agli altri, di lavorare insieme verso un obiettivo comune e di sentirci potenziati come parte di una squadra – dove i successi individuali vengono celebrati e il ruolo di ognuno conta.
4. Cosa significa per te vivere in una terra di libertà?
Per me, vivere in una terra di libertà significa avere la possibilità di scegliere il proprio percorso senza essere limitati da forze esterne, siano esse aspettative sociali, paura del fallimento o restrizioni imposte a causa del genere, della razza o del background. Significa avere la libertà di viaggiare e imparare dal proprio potenziale, commettere errori e trarne insegnamento. Nel rugby, ho avuto la libertà di ridefinire ciò che è possibile, di spingere il mio corpo oltre i suoi limiti e di assumermi la responsabilità del mio percorso, superando gli infortuni e assumendo nuovi ruoli sul campo. Vivere in una terra di libertà significa anche avere il supporto e le opportunità per prosperare. Il rugby mi ha dato la libertà di far parte di qualcosa di più grande di me stessa – una comunità dove tutti, indipendentemente dal loro background, hanno un posto e una voce. La libertà nel rugby è fatta di collaborazione, rispetto reciproco e aiuto reciproco in modo che tutti abbiano la possibilità di avere successo insieme. In definitiva, vivere in libertà significa avere l’autonomia per prendere decisioni e il potere di perseguire ciò che conta di più, senza essere limitati da pressioni esterne. Si tratta di creare uno spazio dove tutti possano essere autentici e contribuire a qualcosa di più grande.
5. Quale oggetto ti rappresenta e perché? Qual è un aforisma che guida la tua vita?
L’oggetto che mi rappresenta in questo momento è una semplice matita e un pezzo di carta. È il mio modo di rimanere organizzata e tenere tutto in equilibrio, specialmente come mamma impegnata di tre (presto quattro a settembre!). La matita rappresenta la flessibilità – perché a volte i piani cambiano, e va bene così. La matita rappresenta la capacità di cancellare, aggiustare e intraprendere una nuova direzione ogni volta che è necessario. La carta è una tabula rasa, un nuovo inizio ogni giorno, dove posso annotare i miei pensieri, le mie attività, gli obiettivi e portare a termine le cose. Per me, spuntare le cose da una lista non riguarda solo il completamento dei compiti – riguarda la soddisfazione del progresso. È il mio modo di assicurarmi di rimanere in pista, che si tratti di gestire gli orari dei bambini, prepararsi per una giornata di lavoro o semplicemente superare una giornata frenetica. La matita e la carta simboleggiano non solo la struttura, ma anche la libertà di adattarsi e aggiustare quando la vita ti lancia qualcosa di inaspettato. Inoltre, c’è qualcosa di molto soddisfacente nell’atto di spuntare le cose – un promemoria di quelle piccole vittorie che si sommano a grandi risultati, sia nel rugby che nella vita. L’aforisma che guida la mia vita è: “La perseveranza può trasformare il fallimento in risultati straordinari”. Questa citazione risuona profondamente con me perché riflette il mio percorso sia nel rugby che nella vita. Ho affrontato molte battute d’arresto, ma ogni sfida è stata un’opportunità per crescere. Che si trattasse di essere esclusa dalla squadra dell’Alberta nel 2008, di riprendermi da molteplici infortuni, o persino di gestire il caos della vita da mamma di tre (presto quattro!), ho imparato che la chiave del successo è la perseveranza. Non importa quante volte io sia caduta, mi sono sempre rialzata e ho continuato ad andare avanti. Questa citazione mi ricorda che il successo non consiste nell’evitare il fallimento, ma nel modo in cui gli si risponde. È la convinzione che, non importa quanto le cose si facciano difficili, la capacità di continuare è ciò che trasforma gli ostacoli in risultati.