
DANIMARCA: IL RUGBY È ATTITUDINE ALLA SPERIMENTAZIONZE: NON L’HO MAI PROVATO PRIMA, PER CUI PENSO DI DOVERLO ASSOLUTAMENTE FARE.
“Il rugby è attitudine alla sperimentazione: Non l’ho mai provato prima, per cui penso di doverlo assolutamente fare”
Rosaluna Garavagna

Marlene Lindbjerg Jakobsen

Si ringrazia:
Rosaluna Gavagna
Ex Capitana National 7’s
Marlene Lindbjerg Jakobsen
Ex giocatrice della Nazionale, Membro del Board di Rugby Europe
- La storia del movimento femminile in Danimarca
- Testimonianze
- Tempo di lettura 4′
DANIMARCA - Scopri di più
La Danimarca è una monarchia costituzionale dell’Europa settentrionale, con circa 5,93 milioni di abitanti nel 2023 (circa 49,6 % donne). A febbraio 2024, le donne detenevano circa il 45,3 % dei seggi parlamentari. Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro è di circa 59,8 % (maschile ≈ 67,8 %). Il diritto all’istruzione e i quadri normativi per la parità di genere sono pienamente garantiti (100 % degli indicatori SDG attuati). Le gravidanze adolescenziali sono rare, con un tasso di circa 1,1 per mille donne 15–19 anni nel 2023.
(FONTI: Statistics Denmark; data.unwomen.org; data.ipu.org; World Bank Gender Data; UNECE SDG Indicators).
STORIA DEL PAESE
1. Quando è nato il movimento del rugby femminile nel tuo paese e qual è la sua storia? Com’è strutturato il rugby nel tuo Paese?
La prima partita internazionale si è giocata nel 2002, ma il rugby in Danimarca risale alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90. Ha però avuto alcuni anni difficili, per poi riprendersi verso la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000.
Un piccolo gruppo di donne appassionate ha tenuto tenacemente vivo il sogno di avere il proprio torneo. Prima di questo, avevano solo la possibilità di giocare con le squadre U-18 maschili o nelle squadre maschili di seconda divisione. È stato avviato un torneo nel 2001, che continua ancora oggi. La Danimarca aveva una squadra di rugby a 15, che poi si è trasformata in una squadra di rugby a 7. Nel 2024 è stata formata una squadra di sviluppo a 15.
Ci sono 8 squadre. Si gioca un torneo nazionale e si pratica rugby a 7. Si incontrano 8 volte all’anno.
2. Pensi che giocare a rugby abbia un impatto sociale per una donna nel tuo paese?
Il numero di giocatrici è troppo basso per avere un vero impatto sulla società, ma il rugby ha un grande impatto sulle donne che lo praticano.
3. Secondo te, cosa può offrire il rugby alle donne del tuo paese?
La possibilità di far parte di qualcosa di più grande. Una comunità con passione e spirito di cameratismo che non si trova in altri posti. E ancora di più, una maggiore autostima, un assaggio di leadership e responsabilità che deriva dall’essere parte di una squadra, qualità che accompagneranno la giocatrice per tutta la vita.
Guarda l’intervista intergrale a Rosaluna Gavagna: