
UNGHERIA: NON SONO UNA GIOCATRICE, MA NEL 2013 MIO MARITO ED IO ABBIAMO FONDATO IL CLUB, PARTENDO DA ZERO E PUNTANDO SULLO SVILUPPO GIOVANILE.
“Non sono una giocatrice, ma nel 2013 mio marito ed io abbiamo fondato il club, partendo da zero e puntando sullo sviluppo giovanile”

Si ringrazia:
Rekaval Kovacs
Presidentessa di club
- La storia del movimento femminile in Ungheria
- Testimonianze
- Tempo di lettura 7′
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L’Ungheria è una repubblica parlamentare dell’Europa centrale con circa 9,59 milioni di abitanti nel 2024, leggermente più donne che uomini. Le donne occupano oggi solo il 14,6 % dei seggi nel parlamento nazionale, una delle percentuali più basse nell’Unione Europea. Il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro si attesta intorno al 53,9 %, sensibilmente inferiore a quello maschile (circa 67,9 %). Nonostante alcune riforme, il divario occupazionale di genere è ancora marcato, specialmente nella fascia post-parto. Il sistema politico mostra una forte influenza di valori tradizionali e una presenza minima di donne ai vertici dell’esecutivo.
(FONTE: Hungarian Central Statistical Office; data.unwomen.org; World Bank Gender Data Portal; OECD report; The Global Economy; BTI Country Report Hungary; IPU Parline; OECD FRED labor stats)
STORIA DEL PAESE
1. Quando è nato il movimento del rugby femminile nel tuo paese e qual è la sua storia? Com’è strutturato il rugby nel tuo Paese?
È iniziato nel 2003 con la prima partecipazione di una squadra giovanile femminile a un torneo nazionale. Sempre più squadre di club e donne nei club hanno iniziato a giocare a rugby.
Di seguito ho incluso il primo invito agli allenamenti della nazionale del 2004. Un anno dopo, l’Ungheria ha partecipato per la prima volta al circuito FIRA 7s a Praga, raggiungendo un notevole quinto posto nel torneo. Negli anni successivi, è stato formalizzato un campionato nazionale con la partecipazione di 4 club, e il movimento è cresciuto rapidamente, arrivando fino a 10 squadre partecipanti regolari nella lega (tuttora attive). In parallelo agli sforzi della nazionale, l’attenzione è rimasta concentrata sul rugby a 7. L’Ungheria ha avuto un ruolo fondamentale anche nella creazione del Central European 7s Circuit (Croazia, Austria, Slovenia) e nell’organizzazione dei FIRA Emerging Nations Training Camp a Székesfehérvár e Zánka, lavorando a stretto contatto con Renée Carmine-Jones (canadese-austriaca), purtroppo oggi dimenticata, ma figura centrale nello sviluppo del rugby femminile in Europa Centrale. L’ENT è stato organizzato con successo per quasi 15 anni, offrendo camp di formazione e opportunità di gioco a coach, arbitri e giocatrici delle nazioni emergenti. Le prestazioni della nazionale ungherese sono cresciute nel tempo: il primo traguardo è stato vincere il Campionato di livello B nel 2014. Da allora, l’Ungheria compete a livello Trophy nel circuito Rugby Europe 7s, qualificandosi per la prima volta nella Final Four nel 2024. Quest’anno abbiamo raggiunto anche un traguardo a livello di leadership: il 30% dei membri del Consiglio Direttivo sono donne. Abbiamo ottenuto questo risultato senza l’introduzione di alcuna quota. Esiste un sito con articoli sulla storia del rugby ungherese, dove si possono trovare ulteriori informazioni e documentazioni: https://rogbitortenelem.hu/FotoVideoDoksik2003.html
Attualmente ci sono 27 club di rugby in Ungheria. In 8 club è presente una squadra femminile stabile e attiva che partecipa regolarmente al campionato nazionale. Questi club reclutano nuove giocatrici in modo costante e hanno programmi scolastici di rugby rivolti alle ragazze. Le 4 squadre di vertice forniscono le giocatrici alla nazionale e hanno accesso ad allenamenti ad alte prestazioni. In diversi altri club esiste il rugby femminile in modo meno organizzato, oppure solo a livello giovanile. Dal 2024 esiste anche un campionato universitario di rugby a 7 con la partecipazione di tre squadre.
2. Pensi che giocare a rugby abbia un impatto sociale per una donna nel tuo paese?
Per chi lo pratica, c’è senza dubbio un impatto significativo sulla mobilità sociale e sul ruolo di leadership nella vita e sul posto di lavoro. Tuttavia, poiché il rugby è considerato uno sport minore in Ungheria (rispetto a basket, pallamano o pallanuoto), l’impatto sociale complessivo sulla società è ancora minimo.
3. Secondo te, cosa può offrire il rugby alle donne del tuo paese?
Come ho accennato prima, il rugby offre alle ragazze una comunità speciale dove, grazie alla cultura che abbiamo costruito, l’uguaglianza è un valore imprescindibile. Questo non è necessariamente scontato nella società ungherese. È inoltre ben compreso, sia dalle giocatrici più giovani che da quelle più grandi, che c’è molto lavoro da fare per far progredire questo sport, e che il loro contributo è necessario dentro e fuori dal campo, sia a livello nazionale che nei club. Interiorizzano questi valori e quelli del gioco fin da giovani, diventando atlete di successo e persone realizzate, indipendentemente dal percorso professionale scelto o dal proprio background socio-economico. Abbiamo molti esempi straordinari di come il rugby abbia cambiato la vita delle persone e offerto un ambiente appagante.
UN VIAGGIO NEL RUGBY
Estratto dalla video intervista a Rekaval Kovacs:
https://www.youtube.com/watch?v=v4R17qGBW0o
1. Quando hai iniziato a giocare a rugby?
Non sono una giocatrice, ma nel 2013 mio marito ed io abbiamo fondato il club, partendo da zero e puntando sullo sviluppo giovanile. Durante un tirocinio universitario con England Rugby ho imparato moltissimo: è lì che ho visto quanto il rugby potesse essere un lavoro di squadra, un impegno profondo, un’ambizione.
2. Cosa ti ha insegnato il rugby che ha avuto un impatto sulla tua vita quotidiana? Puoi farmi un esempio di quando una mentalità da rugby ti è stata utile?
Comunicazione, adattamento e perseveranza. Anche se non gioco, questi valori mi influenzano ogni giorno nella gestione del club e della famiglia. Durante il COVID-19 tutto è cambiato. Dovevo adattarmi rapidamente e restare aggiornata — proprio come si fa nel rugby. Il cambiamento continuo mi spinge a migliorarmi.
3. Puoi darmi 3 parole che connettono il rugby con la libertà?
Opportunità – Accessibilità – Identità. La libertà è la possibilità di essere se stessi, sentirsi sicuri e avere accesso a infinite opportunità. Il rugby ti permette tutto questo, indipendentemente da chi sei.
4. Cosa significa per te vivere in una terra di libertà?
Significa avere la possibilità di essere te stessa, nel corpo, nell’identità e nelle scelte. Per me, il rugby è una terra libera, dove chiunque può trovare il proprio posto.
5. Quale oggetto ti rappresenta e perché? Qual è un aforisma che guida la tua vita?
Una palla da rugby che ho dal 2005. È stata con me ovunque, e entrambi i miei figli sono stati fotografati con lei a tre giorni di vita. Rappresenta rugby e famiglia: due pilastri della mia vita.
“Tutto accade per una ragione.” È quello che ricordo ogni volta che la vita o il rugby diventano difficili.